Giorgio Latis

L’istituto Moreschi ha avviato negli anni un percorso di recupero della memoria storica. In collaborazione con l’ANPI – Sezione Milano Magenta “E Curiel” – sono state progettate, e in parte realizzate, alcune iniziative finalizzate a dare risalto alla figura di Giorgio Latis, studente del nostro istituto, espulso per via dell’emanazione delle leggi razziali. In particolare una targa in sua memoria sarà collocata all’interno dell’Istituto Moreschi, in prossimità del monumento ai caduti in guerra.

Come sappiamo anche il Moreschi nel 1938 fu coinvolto dalla applicazione al sistema scolastico delle Leggi razziali antisemite. I drastici provvedimenti discriminatori del regime, che avrebbero trovato un’applicazione sempre più drammatica negli anni seguenti, comportano l’espulsione immediata dalle scuole di ogni ordine e grado di docenti, presidi, impiegati, bidelli ebrei fin dall’inizio dell’anno scolastico 1938/39 agli studenti fu impedita l’iscrizione e quindi la frequenza nelle scuole pubbliche e fu consentita la prosecuzione degli studi esclusivamente nelle scuole ebraiche. All’Istituto di Via S. Michele del Carso furono colpiti dalle Leggi razziali il Preside Loria, il Prof. Levi e la Prof.ssa Della Pergola; questi docenti in seguito insegnarono nella scuola superiore ebraica fondata nel novembre 1938 in Via Eupili. Loria, che tanto si era prodigato per il Moreschi, non resse al trauma della cacciata dal suo istituto e morì l’anno successivo. Dalla scuola furono espulsi inoltre vari studenti; in base alle ricerche effettuate, risulta che sicuramente a nove studenti e ad una studentessa già frequentanti non fu consentita l’iscrizione per l’a.s. 1938/39. Uno di questi studenti, Giorgio Latis, fu in seguito protagonista di drammatiche vicende.

A Giorgio Latis nel 1938 fu impedito di frequentare il Moreschi. Era uno studente dall’intelligenza vivace; incostante nello studio, ma tuttavia dotato di notevoli capacità di recupero. Era in grado di raggiungere esiti brillanti nelle materie che più gli interessavano, aiutato in questo dalla sua curiosità culturale e dal fatto di essere un lettore assiduo. Terminati gli studi privatamente, riuscì a lavorare fino al settembre ’43, nonostante le restrizioni sempre più rigide che colpivano gli ebrei, e nel frattempo grazie allo zio venne introdotto nel settore dell’illuminazione riuscendo così a mantenersi, allestì in seguito con i cugini degli spettacoli “colti” di marionette, che venivano rappresentati nei salotti milanesi. Nel novembre 1943 accompagnò i genitori e la sorella all’espatrio clandestino in Svizzera e tornò indietro , credendosi al sicuro; invece i gendarmi svizzeri respinsero i Latis, che alla frontiera italiana furono arrestati dalle S.S. Dopo un paio di mesi di detenzione a S.Vittore furono spediti ad Auschwitz con uno dei “treni della morte” nazisti; i genitori all’arrivo furono subito destinati alle camere a gas, mentre la sorella di Latis sopravvisse fino all’agosto ’44.

Giorgio anziché pensare a salvarsi entrò nella “Resistenza”; arrestato e detenuto a S.Vittore, riuscì a fuggire grazie alle proprie capacità di attore.

Ricevuta la mansione di pulire il cortile, distrae le guardie usando come scusa un possibile ordigno. Con questo stratagemma nella confusione riesce ad evadere.

Aderì al Partito d’Azione e fu inviato per ció  in Piemonte, dove fu protagonista di imprese coraggiose, collaborando con i più noti esponenti delle diverse componenti della Resistenza. Il 26 aprile 1945, ultimo giorno di scontri a Torino tra partigiani e nazifascisti, Giorgio Latis nel corso di una missione fu fermato alle porte della città e immediatamente fucilato. Nel 1996 gli fu attribuita la medaglia d’argento alla memoria.

L’intento del progetto è sensibilizzare gli studenti sottolineando il fatto che Giorgio fosse uno studente come noi la cui unica colpa è stata quella di nascere nel periodo storico sbagliato.

Margherita Davalli 5BL

Davide Farinacci 5AL