FAME DI COSA?

A cura di Michelle Wu, 4RA

Il 15 marzo di ogni anno, dal 2012, si celebra la giornata nazionale del Fiocchetto lilla, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei Disturbi del Comportamento Alimentare (D.C.A.).

Dalle testimonianze raccolte in questa giornata, emerge la sensazione di paura provata da chi soffre di questi disturbi, molto spesso giovani.

La paura si manifesta in diverse forme, tutti abbiamo paura di qualcosa. I ragni, l’altezza, il buio, il cambiamento o forse il non avere il controllo, il non essere accettati, le lasagne, la pasta, le torte, il pollo fritto… tu di cosa hai paura?

Per qualcuno la paura più grande è il cibo.

La paura del cibo può essere definita come un rapporto di ansia che una persona ha nel mangiare determinati alimenti. Potrebbe essere causata da pensieri riguardanti l’impatto che il cibo ha sul corpo e sul peso, oppure da un’esperienza negativa vissuta nel passato. Quando questi pensieri prendono il sopravvento, possono far sentire in colpa e persino disgustati da se stessi.

Ma una definizione è solamente una definizione, non mostra le emozioni, l’odio e l’ansia che tormentano la vita di una persona e tantomeno mostra come viene controllata la mente.

Un alimento demonizzato potrebbe essere di qualsiasi tipo, solitamente si tratta di cibi che vengono definiti “non salutari” dal mondo della nutrizione come hamburger, patatine, gelati, biscotti, ma anche pasta, banane o avocado possono essere tanto terrificanti.

Per molti però, non è solo la tipologia di cibo che non va bene ma anche la quantità. E così si arriva a controllare e pesare pure le porzioni di frutta e verdura mangiate. Certe volte l’insalata, lo yogurt greco 0% o petto di pollo bollito sono tra i pochi cibi che si riescono mangiare con più tranquillità.

C’è chi racconta che il senso di fame viene visto come una ricompensa per gli sforzi fatti. Andare a dormire affamati con lo stomaco che brontola significa aver vinto sul cibo, significa che si stanno facendo le cose nel modo giusto. La fame diventa dunque un traguardo, un qualcosa di cui si va fieri.

In questi momenti però, non si sa di avere paura. Anzi, si pensa di avere il controllo della situazione, di essere forti e capaci di rifiutare il cibo!

Cosa succede se si mangia qualcosa di non previsto? Ci si punisce con l’allenamento, si salta la corda, si corre su e giù per le scale… perché se c’è un input di calorie allora bisogna aumentare l’output, tutte quelle calorie ingerite sono in eccesso, da bruciare, da eliminare. Si punta a mangiare meno degli altri, a pesare meno degli altri. Si pensa che così facendo si raggiungerà il fisico ideale, si pensa che tutto questo porterà alla felicità. Ma la vita non diventa altro che un calcolo di numeri, calorie, peso, circonferenze e la monotonia di tutto ciò non fa altro che allontanare sempre di più da ogni forma di felicità. E non c’è da sorprendersi se si diventa sempre più stressati e irritati, se ci si sfoga con la rabbia o con le lacrime, se si perdono capelli e se ne perdono tanti, se non si riesce più a dormire e neanche a ragionare.

Come ci dicono spesso, più cerchi di ignorare le tue paure, più grandi diventano.

Quindi come si fa a uscire da tutto questo? È difficile da spiegare.Chi ce l’ha fatta racconta: “So che un giorno, solo se sarai tu a volerlo, realizzerai che non puoi continuare a distruggere il tuo corpo in questo modo e non puoi rovinare la tua adolescenza privandoti delle cose che ami o morendo di fame guardando le persone mangiare anziché mangiare. Si perde tempo mentre ci si focalizza solo a perdere peso. Lentamente quindi, si impara ad ascoltare ciò che ci dice il corpo, permettendo così di mangiare quando si ha fame ma anche quando semplicemente se ne ha voglia.

Dopo che sono passati i giorni, i mesi o gli anni, si realizza che il cibo non fa male.

Non si può dire però che tutto cambi magicamente da un giorno all’altro, ma si deve fare un passo alla volta per imparare a prendersi cura di se stessi e ad ascoltare il proprio corpo. Magari può capitare che ci si ritrovi al punto di partenza dopo aver fatto molto, ma in quei momenti è importante rialzarsi, lottare e non arrendersi.

Col tempo si impara a dare valore ai piccoli momenti della vita: la cena di famiglia, il pranzo dalla nonna, la pizza con gli amici, la fetta di torta ai compleanni e i popcorn che accompagnano i film.

Si impara che il cibo non è solamente ciò che mantiene l’organismo in vita, ma nutre l’anima”.

Il corpo necessita di energia ed è strutturato per convertire il cibo in energia. Per far funzionare il cervello, il cuore e i muscoli bisogna mangiare, perciò fisicamente e biologicamente l’uomo ha bisogno di cibo per vivere.

Lo stesso vale per l’allenamento, che non è solo cura del corpo. Certo, ci si allena per mantenere il corpo in salute, ma ci si allena soprattutto per liberare la testa, per connettersi con se stessi e ritrovare un senso di pace dopo giornate caotiche. Non bisogna obbligarsi a correre se non piace, per esempio, ma bisogna trovare il modo di allenarsi e sfogarsi.

Il passo successivo è smettere di paragonarsi agli altri. Vedere qualcuno che si allena costantemente e mangia sano non significa che ha sempre un buon rapporto col cibo o che quando si guarda allo specchio si piace ogni giorno.

Nella giornata del Fiocchetto lilla c’è anche chi racconta che non sempre è facile affrontare la questione anche dopo esserne usciti:

Certi giorni mi capita  ancora di aver paura di un determinato alimento e mi capita pure di sentirmi  in colpa, ma in questi momenti cerco in tutti i modi di non lasciarmi sopraffare dai pensieri negativi e non smetto mai di ricordarmi quanto sia fantastico il cibo, al come mi faccia sentire più forte e mi permetta di fare cose meravigliose mantenendo il mio corpo in vita.

Ho imparato che le mie paure non costituiscono la mia persona, ma mi hanno aiutata a diventare la persona che sono oggi e mi hanno insegnato a godermi la vita.

Ora sono qui, e non mi vergogno ad ammettere che certe volte mi tormento ancora, ma ciò che è cambiato è che ora metto sempre la mia felicità prima di tutto. Ho combattuto e ho vinto, ho scelto me stessa, ho scelto la vita e continuerò a credere nelle mie capacità.”

Dunque, sfortunatamente, non ho una formula per farti superare le tue paure, non ho la ricetta magica per una vita spensierata e felice da poter condividere, non posso nemmeno assicurarti che dopo esserne uscito non ti capiteranno più episodi del genere.

Posso solo dirti che non devi mai smettere di combattere per la tua felicità. Tutti hanno paura di qualcosa, ma non bisogna lasciare che si viva nella paura. La vita è una ed è normale riscontrare problemi o non essere sempre forti e invincibili. Non tutto andrà sempre come ti aspetti che vada e non tutto sarà facile, ma un giorno ogni cosa avrà un senso e gli sforzi verranno ricompensati.

Devi credere in te stesso!”