DOWNSIZING – VIVERE ALLA GRANDE

A cura di Gabriele Viviani, 4AL

INFO

Titolo: Downsizing – Vivere alla grande

Genere: sci-fi, dramatic, comedy

Voto: 3,5/10

DOWNSIZING – VIVERE ALLA GRANDE

Continuiamo la nostra rubrica parlando oggi di un film del 2017 di Alexander Payne. Il lungometraggio inizia in Norvegia, dove lo scienziato Jorgen Asbjørnsen sottopone un topolino ad un esperimento rivoluzionario. Anni dopo Jorgen rivela al mondo la sua scoperta: tramite un procedimento irreversibile e permanente è riuscito a rimpicciolire se stesso e altri volontari. La scoperta fa subito scalpore, ma la vera chicca della “miniaturizzazione” è che il fabbisogno e la produzione di rifiuti dei rimpiccioliti è bassissima; l’unica soluzione, secondo lo scienziato, per diminuire l’impatto dell’uomo sulla Terra. A questo punto entra in scena il nostro protagonista, Paul (Matt Damon), un fisioterapista con problemi finanziari. Lui e sua moglie Audrey (Kristen Wiig), dopo un incontro con degli amici miniaturizzati, decidono di sottoporsi al trattamento per diventare più piccoli, attratti dalla diversa valutazione del loro patrimonio nei due mondi. All’ultimo però Audrey si ritira lasciando il povero Paul piccolo e solo. Inizia così per il protagonista una vita monotona e senza senso, fino al suo incontro con il vicino Dusan Mirkovic (Christoph Waltz) e la vietnamita Gong Jiang (Hong Chau). Dopo vari episodi finiscono tutti e tre nella colonia originale dei rimpiccioliti in Norvegia, dove apprenderanno sconcertanti verità sul futuro della Terra e dove faranno probabilmente la scelta più importante della loro vita (no spoiler). Il film contiene un messaggio di denuncia verso l’eccessiva azione dell’uomo nei confronti del pianeta: inquinamento, sfruttamento intensivo delle risorse e accelerazione del riscaldamento globale stanno distruggendo la Terra. Il rimpicciolimento delle persone potrebbe essere una soluzione, secondo i personaggi del film, ma purtroppo si parla di fantascienza e non di realtà. In generale il film manca assolutamente di trama, il personaggio di Hong Chau è odioso e al limite del sopportabile, essendo insistente, ossessiva ed egoista; Matt Damon non mente; il suo livello recitativo è sempre ottimo, anche se il personaggio di Paul è quello di un debole e di un ignavo, completamente in balia degli eventi ed incapace di prendere decisioni che giovino a se stesso. Infine l’asticella della pellicola è alzata un po’ da una buona CGI, anche se sembra scontato essendo un film di soli 4 anni fa.

** Il voto e il commento sono strettamente personali **