L’Italia, Repubblica democratica fondata sul lavoro: dalla Costituzione alla democrazia

A cura di Emma Traversone, 5^R

In questi giorni si sta delineando uno scenario inconcepibile, indegno come altri di appartenere al ventunesimo secolo. La Storia ci insegna l’atrocità dell’odio e della bramosia di potere eppure, nonostante nel passato innumerevoli conflitti siano svaniti nell’inutilità della guerra portando nient’altro che distruzione, questi fenomeni permangono tuttora e l’esempio più attuale e sconvolgente è la guerra in Ucraina attuata dalla Russia. Si sta parlando molto del desiderio di pace, che non rappresenta un concetto astratto, ma un progetto che dovrebbe estendersi in tutto il mondo, insieme al ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della nostra Costituzione: 

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Questo è solo uno dei dodici principi fondamentali della Costituzione italiana, i cui fondamenti sono democrazia, libertà, giustizia, uguaglianza, pace e cooperazione internazionale. Nei suoi 139 articoli non si limita a disciplinare l’organizzazione dello Stato e i diritti fondamentali, ma detta le norme che riguardano i compiti dello Stato e i rapporti economici e sociali, i diritti e doveri dei cittadini e i meccanismi che regolano la vita del Paese. Si tratta della fonte principale dell’ordinamento giuridico, la legge suprema del nostro Stato: tutte le altre leggi vi si devono conformare.

Ma quando e come nacque la nostra Costituzione? Con la caduta del fascismo, le libertà vennero ripristinate e rinacquero i partiti politici. Il 2 giugno 1946 gli italiani e le italiane furono chiamati a votare al referendum per scegliere se il Paese dovesse essere una monarchia o una repubblica e per eleggere i membri dell’assemblea incaricata di scrivere la nuova Costituzione, l’Assemblea costituente. Con la partecipazione dell’89% degli aventi diritto, la repubblica vinse con il 54,26% e vennero eletti 556 costituenti. Dominarono le elezioni tre grandi formazioni: la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista e il Partito Comunista. L’Assemblea nominò al suo interno una Commissione per la Costituzione, composta da 75 membri incaricati di stendere il progetto della carta costituzionale. 

Gli inevitabili contrasti ideologici fra i rappresentanti di partiti portatori di istanze diverse furono superati con la decisione di accogliere gli elementi comuni delle proposte avanzate. Si dice che il metodo fu quello del compromesso, non nel senso negativo di scambio di favori tra partiti, ma come sforzo reciproco di riconoscere i valori e le ragioni delle varie posizioni politiche per arrivare ad un traguardo comune e condiviso. I principi sui quali si fondò il compromesso furono la centralità della persona umana e del lavoro (che è un diritto e un dovere), l’importanza delle formazioni sociali e della giustizia sociale (lo Stato deve intervenire a sostegno dei soggetti più deboli). 

Il progetto costituzionale venne presentato all’Assemblea nel febbraio 1947 ed entrò in vigore il 1º gennaio 1948. Quando si parla della creazione della Costituzione è solito utilizzare l’espressione “Padri costituenti”: tra di essi si annoverano personaggi di prestigio come Alcide De Gasperi che allora rivestiva il ruolo di Capo del Governo, Umberto Terracini (presidente dell’Assemblea Costituente), Palmiro Togliatti, Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfaro, Pietro Nenni, Aldo Moro, Benedetto Croce, Piero Calamandrei. Non bisogna dimenticare però che con il suffragio universale e l’esercizio dell’elettorato passivo, le donne entrarono per la prima volta in Parlamento. Sui 556 deputati le elette furono 21, a giusto titolo definite le nostre “Madri costituenti”.  Delle 21 costituenti, 5 entrarono nella “Commissione dei 75”: Maria Federici, Angela Gotelli, Tina Merlin, Teresa Noce e Nilde Iotti che trent’anni dopo divenne la prima Presidente della Camera donna. 

Dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale l’Italia necessitava di una nuova carta costituzionale e l’Assemblea lavorò con uno sguardo rivolto al futuro, ponendo le basi per una concreta realizzazione dei valori di libertà e democrazia. 

La democrazia non è un concetto scontato, è un traguardo di cui essere fieri, non ancora raggiunto da molti Stati nel mondo. Il Democracy Index 2021 pubblicato dal settimanale inglese The Economist certifica un calo del livello di democrazia nel mondo. Più della metà della popolazione mondiale vive oggi sotto un regime non democratico, con oltre un terzo dei Paesi che si trova in veri e propri regimi autoritari. Lo Stato al mondo con le minori garanzie democratiche è la Corea del Nord del leader Kim Jong-un caratterizzata dal monopartismo come Cina, Laos, Cuba, Eritrea, Vietnam, Sahara Occidentale. Nelle monarchie assolute il potere del sovrano è illimitato come in Arabia saudita ed Emirati arabi uniti. Purtroppo, la lista di Stati che non conosce democrazia e tutela dei principali diritti è lunga e comprende anche Siria, Ciad, Turkmenistan, Libia e molti altri.

Sulla carta, la Russia è uno Stato democratico federale. Nella pratica invece è ritenuto un regime autoritario.  Poco meno di due anni fa, il principale oppositore politico del presidente Putin, Aleksej Naval’nyj, è stato avvelenato, arrestato e incarcerato. Nell’ottobre 2021 ha ricevuto il “Premio Sacharov”, il premio annuale per i diritti umani del Parlamento europeo; il Presidente del Parlamento Europeo allora in carica David Sassoli, purtroppo recentemente scomparso, ricordò che Naval’nyj “Ha combattuto instancabilmente contro la corruzione del regime di Vladimir Putin. Questo gli è costato la libertà e quasi la vita”. 

Il sostegno dell’Unione Europea per promuovere internazionalmente la democrazia e i diritti umani è una delle responsabilità fondamentali del Parlamento europeo; uno dei requisiti per poter entrare nell’Unione infatti è essere un Paese democratico. 

Spetta a noi cittadini privilegiati comprendere la fortuna di vivere in una Repubblica democratica come l’Italia.


News dal Comune di Milano:

 Lo scorso 13 marzo nella nostra città è stata approvata una delibera per la realizzazione dell’iniziativa promossa dall’Assessorato ai Servizi Civici e Generali, che prevede la distribuzione ai neo diciottenni residenti a Milano, contestualmente alla tessera elettorale, una copia omaggio della Costituzione (prima spedizione fra fine marzo e inizio aprile e seconda a settembre). Come afferma l’assessora Gaia Romani “Ragazze e ragazzi saranno protagonisti di una iniziativa volta ad aumentare la partecipazione e la cittadinanza attiva. La Costituzione rappresenta una bussola che ci dà le coordinate e ci accompagna nelle tappe fondamentali della nostra vita, tra cui il voto” – diritto e dovere risultante da una delle numerose lotte e sacrifici che hanno garantito la conquista della democrazia – “139 articoli nei quali sono fissati principi e valori della nostra Repubblica, democratica e antifascista, che stanno a garanzia di quelle libertà, quasi date per scontate, di cui godiamo ogni giorno. Un’iniziativa che assume un valore ancor più profondo in questo tempo scandito da una guerra nel cuore della nostra Europa, e che deve spingerci alla ricerca costante della pace”. 

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Foto di Emma Traversone