L’innocenza di chi muore. La colpa di chi perde.

A cura di Sasha Dell’Orto, 5^AL

Una folla di persone indifese è massacrata mentre cerca invano di scappare. Davanti si trovano delle porte barricate. Le fiamme di un incendio si fanno mostruose alle loro spalle mentre si ammassano e chiedono pietà. Chi sono quelli che ho descritto? Importa? Se fossero nazisti avreste pietà? e se vi dicessi che sono contadini nelle mani dei nazisti?

Nel celebre film uscito nel 2009 del regista Quentin Tarantino Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds) si presenta la scena che vi ho descritto. In un cinema pieno di generali della Gestapo e delle SS, delle loro mogli e di esponenti del cinema nazista, tutti venuti per vedere la prima del film-propaganda Orgoglio della nazione, si scatena l’inferno. Due piani indipendenti per uccidere gli alti gerarchi nazisti vengono messi in atto allo stesso tempo sia dalla proprietaria del cinema, Shosanna, un’ebrea, che dai Bastardi, uno squadrone di militari americani. Nel mezzo della proiezione prende fuoco la sala, nel panico tutti corrono verso l’uscita. Tarantino decide di dare alla scena una vena gloriosa. Il fuoco che brucia le bandiere naziste diventa quasi un eroe di guerra; i due soldati americani che sparano, colpo dopo colpo sulla massa indistinta e indifesa che si accalca sulle porte come animali, diventano lo sfogo di ognuno di noi che guardandoli vorremmo essere lì per premere personalmente il grilletto.

da Bastardi senza gloria

 

Guardando la scena mi è apparsa come una visione una sequenza simile di un altro film di tutt’altro tempo, con una trama opposta al precedente. Mi sono ricordato di Va’ e vedi (Иди и смотри) di Ėlem Klimov, un film sulla resistenza bielorussa all’occupazione tedesca dal punto di vista di un semplice ragazzo, Fljora, che tanto desidera essere un patriota senza conoscere gli orrori della guerra. Uscito nel 1985 rimane, secondo me, uno dei film più potenti e disturbanti sulla seconda guerra mondiale e forse sulla guerra in generale.

da Va’ e vedi
da Bastardi senza gloria

Dopo una lunga odissea per la campagna bielorussa, Fljora arriva in un piccolo villaggio che sta per essere invaso dai tedeschi. È mattina e moto, camion e soldati si avvicinano nella nebbia. Per non farsi riconoscere come partigiano si unisce alla comunità locale. Velocemente l’ordine e la burocrazia nazista svaniscono; come animali i contadini sono spinti e calciati dentro una chiesa di legno. Giocano un gioco crudele: dieci minuti per scappare da una piccola finestra, ma senza bambini. La vita perde valore. Un generale impassibile dà l’ordine di dare fuoco all’edificio e le urla di chi muore uccidono chi è scappato, chi è stato al gioco, come Fljora. I tedeschi iniziano a sparare – quasi per divertimento – alle fiamme. Per loro è un momento felice, è la realizzazione del grande piano che vede vincere la razza ariana sulle altre.

da Va’ e vedi

In entrambi i film abbiamo soldati che gioiscono sparando a una massa umana indifesa. In uno proviamo soddisfazione ad ogni sparo e nell’altro non sopportiamo le urla degli innocenti. Innocenti: una parola che cambia significato a seconda dell’epoca e del luogo; non si può semplicemente essere innocenti, bisogna essere innocenti secondo qualcuno. Il bene e il male sono ovunque, ogni giorno seguiamo dogmi sociali e morali, solo chi vive al di fuori del nostro sistema può giudicarci. La guerra è uno strumento per imporre i propri valori ad altri: non esiste il bene o il male, solo la vittoria. Lo stesso Hans Landa, che infine permette ai Bastardi di completare il loro piano, dimostra che si può cambiare squadra all’ultimo e uscirne con le mani pulite. Proviamo pietà per i contadini perché infine hanno vinto? Gioiamo alla morte dei nazisti perché hanno perso?

I Bastardi e i nazisti non sono tanto diversi. La guerra è fatta di vendette, di vizi, di errori umani, non di giustizia. Uccidere senza pensare è il peccato di ogni soldato.

Alla fine della pellicola di Klimov si ha una sequenza di immagini ipnotizzante. Fljora vede per terra un ritratto di Hitler e sembra sfociare in quel momento tutto l’odio e l’incomprensione che si è portato alle spalle. Spara al ritratto e ad ogni sparo corrispondono video del dittatore, dei campi di concentramento, dei seguaci del partito, di soldati che marciano ed edifici che crollano, tutto invertito come se il giovane volesse far finire la  guerra con il suo odio. L’ultima immagine è di un Hitler fanciullo, infante, nelle braccia di sua madre e Fljora non spara. Trova in sé qualche forma di umanità; una luce oscurata dalle sue rughe, dalle sue lacrime, dal suo terrore; una luce che gli permette di non essere come i nazisti che uccidono senza pensare; una luce che ci fa capire come la guerra deprivi di tutto, ma soprattutto quanto sia importante rimanere umani anche di fronte al nemico: riconoscere l’innocenza di chi non ha scelto, ma che muore per un ideale non proprio. Fljora si rende conto della banalità del male. I Bastardi di Tarantino che sparano per davvero a Hitler lo fanno senza pensare. Non si chiedono se esista ancora umanità negli attori, nelle mogli, nei semplici soldati indottrinati che fucilano, basta che muoia Hitler e qualche altro generale, tutto il resto è danno collaterale: tanto vale goderselo.

da Va’ e vedi
dalla pellicola-nella-pellicola Orgoglio della Nazione in Bastardi senza gloria

Fljora e I Bastardi, nonostante si trovino su piani diversi e talvolta opposti (sia per genere di film che per storia vissuta), fanno riflettere sulla medesima questione. Mentre uno spara al dogma nazista, gli altri sparano a coloro che lo incarnano; solo il primo trova pietà. Le idee possono essere innocenti, gli uomini no. Una sentenza difficile da accettare; se solo potessimo dare la colpa all’epoca in cui nasciamo!