“Da questi luoghi bui”

A cura di Margherita Turato, 1AL

“Da questi luoghi bui”. Cosí si intitola il romanzo dello scrittore bergamasco Francesco Fadigati. In un primo momento sembra un libro comune, né piú né meno, ma per la maggior parte degli studenti che lo hanno letto ha assunto un significato profondo. Da subito ti immergi completamente in tre vite all’apparenza differenti, che appartengono a persone estremamente diverse: un ragazzo, Satch, si è smarrito lungo la strada che porta all’età adulta e lotta con tutte le forze per andare avanti, aggrappandosi alla musica; Alessandro, è un giovane che vuole aiutare il prossimo, e per questo stravolge la sua vita, andando incontro all’ignoto e alle paure che ne conseguono; infine il signor Nardi. Non sa nulla, si trova nell’ignoto con una sola consapevolezza: è vivo, ma perché? Tutti i personaggi sono afflitti dallo stesso problema: stanno sprofondando in un buio che pare non avere mai fine. E a questo punto la domanda che sorge spontanea é una: si potrá mai uscire da questa realtá? Racchiusa tra le pagine, c’è la descrizione della bellezza, della difficoltà e dell’intensità della vita e delle esperienze che viviamo ogni giorno. “Io volevo consegnare la vita”, sono queste le parole che ci ha rivolto l’autore Fadigati quando ha incontrato molte classi della scuola, a distanza, il 26 febbraio 2021. Per garantire la sicurezza ai partecipanti, si è di fatto verificata una situazione piuttosto particolare, con una gran parte di studenti presenti virtualmente e i restanti in presenza, da scuola. Questa situazione non ha precluso l’intervento e l’incontro con lui, anzi, molti studenti hanno posto una serie di quesiti interessanti. Niccolò, di 1Al ad esempio, ha contribuito con le seguenti domande:“Nel libro due elementi importanti sono la musica e la fede, lei per caso è appassionato di musica? È credente?”, “Ha mai sperimentato anche lei l’esperienza del ”blocco dello scrittore’? Se sì ha dei consigli per superarlo?”, “Quando scrive ha già in testa tutta la trama? Sa già come si svilupperà la storia, ne conosce già il finale oppure la sviluppa nel corso della scrittura?”.
L’incontro si è concluso con la sensazione che questo libro abbia solleticato l’interesse della platea di studenti, forse per la meraviglia, lo stupore che le pagine trasmettono, insieme alla forza che deriva dalla consapevolezza di essere vivi. Per sentire lo stesso stupore e la stessa meraviglia bisogna solo cominciare a leggere.